L’ articolo propone una disamina del concetto di squadra visto nel successo individuale di un atleta, prendendo come riferimento l’esperienza di Mattia Furlani, recente campione mondiale di salto in lungo con un saltone da 8.39. Bello vederlo “volare”, meraviglioso e ben augurante sentirlo parlare. Questo straordinario ragazzo non perde occasione per evidenziare che i suoi successi sono il frutto dell’impegno di una squadra composta di tanti professionisti, in primis la madre, allenatrice. Ancora una volta mi rivedo nei pensieri di un ragazzo! Il mio mantra è che non esiste una vittoria individuale ma è sempre l’esito del lavoro di un team. Questa nuova generazione di fenomeni rinforza le mie convinzioni maturate in tantissimi anni di insegnamento e attività agonistica di alto livello nonché la sensazione che la tassonomia e le classificazioni dello sport meritino aggiornamenti. È ancora opportuno identificare sport individuali e sport di squadra con le classiche descrizioni legate a concetti non in linea con l’attuale stato dello sport individuale? … Un altro ragazzo “poco conosciuto” come Jannik Sinner, professa più o meno gli stessi concetti di Mattia e non perde occasione di sottolineare che i suoi sono successi di squadra. Sembrano dettagli ma sono quelli che possono fare la differenza nel dare giuste risposte alle esigenze di una generazione veramente distinta e distante da adulti con responsabilità educative e tecniche. Credo proprio sia arrivato il momento di mettere mani allo storico ma poco aggiornato “vocabolario” dello sport e non solo, sono i tempi a richiederlo.
Buona riflessione amici di Teacher Pride Corner e forza Mattia continua a farci sognare con i tuoi spettacolari voli e soprattutto a farci riflettere con le tue lungimiranti interviste.
MI AMO TROPPO PER STARE CON CHIUNQUE. SARA 31 marzo 2025 … per non dimenticare!


